23.10.2012
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La Regione scende in campo con 9 milioni di euro per contrastare la disoccupazione giovanile attraverso il rilancio della forma contrattuale dell'apprendistato, soprattutto quello legato all'alta formazione professionale. È questo lo strumento scelto per offrire ai giovani dai 17 ai 29 anni maggiori opportunità per entrare nel mondo del lavoro, con un contratto a tempo indeterminato. Il progetto prevede condizioni che dovrebbero risultare vantaggiose anche per le imprese che potrebbero creare posti di lavoro stabile, con costi inferiori grazie agli sconti contributivi previsti. Ne è convinto l'assessorato regionale al Lavoro che ieri ha organizzato il “Salone dell'apprendistato”, per illustrare lo stato di attuazione del progetto imperniato su questa forma contrattuale, rilanciata dalla recente riforma del lavoro. LA FORMAZIONE «Con questa iniziativa», spiega l'assessore Antonello Liori, «vogliamo dare uno stimolo determinante all'occupazione giovanile nella nostra regione». Il punto centrale è rappresentato dalla formazione professionale. Nell'Isola, dove circa il 75% dei giovani non riceve un'adeguata formazione, appena l'1% dei contratti è di apprendistato, l'obiettivo della Regione è ambizioso: formare 1500 nuovi apprendisti, ai quali saranno affiancati 500 tutor aziendali, una figura che «assume un ruolo centrale nella formazione dei nuovi lavoratori», afferma Liori. LE REGOLE Il nuovo apprendistato non può avere una durata inferiore a 6 mesi (fino a un massimo di 3 anni), fatto salvo quanto previsto nell'ambito delle attività stagionali. Per scongiurare gli abusi, è stato fissato nella misura 2 a 3 il rapporto tra il numero di apprendisti che possono essere assunti nella stessa azienda e le maestranze specializzate in organico. Novità è l'introduzione di una soglia al di sotto della quale l'imprenditore perde la possibilità di fare ricorso a questo strumento: se, infatti, allo scadere del periodo di apprendistato non avrà confermato almeno il 50% degli apprendisti non potrà procedere alla stipula di nuovi rapporti attraverso questo istituto. IL PROGETTO Il piano regionale sembra dunque una risposta concreta ai problemi dell'occupazione. Ma c'è chi avanza qualche perplessità. «Ben vengano gli strumenti che sono in grado di incentivare l'occupazione», afferma Francesca Bragaglia, consigliere dei Consulenti del lavoro della Provincia di Cagliari, «ma per come è strutturata la normativa, è difficile che questo strumento possa rappresentare un volano per la flessibilità in entrata». Il problema, in sintesi, sarebbe «l'eccessiva burocrazia che rischia di scoraggiare le imprese».Mauro Madeddu